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C'è ancora tanta strada da fare: giornata mondiale per la lotta all'AIDS



Il primo Dicembre di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’AIDS.
Il virus HIV, per la prima volta riscontrato nel 1981 negli Stati Uniti, ma probabilmente circolante già da alcuni decenni in alcune aree centrafricane, è originante da ceppi di virus simili infettanti i primati che, per mutazione ed adattamento, si sono evoluti con la capacità di contagiare l’uomo.

Nell’uomo sieropositivo (cioè che ha contratto il virus HIV) il virus attacca le cellule del sistema immunitario, in particolare i linfociti T, determinando un lento ma progressivo stato di immunodeficienza se non correttamente trattata con la terapia antiretrovirale. Quando, dopo anni, questa condizione è conclamata con sintomi gravi, si parla di AIDS (acquired Immunodeficiency Syndrome) che è la fase finale dell’infezione da HIV, che porta infine alla morte del soggetto per infezioni opportunistiche e deperimento organico.

Fortunatamente oggi l’avanzamento delle scoperte mediche ha permesso di avere delle armi farmacologiche (chiamate HAART, cioè highly active anti-retroviral therapy cioè terapia anti retrovirale altamente attiva) che permettono ai portatori di HIV di avere una vita normale e di manterere controllata l’infezione per lungo tempo.

Ci sono però, ancora oggi, due ordini di dati negativi, preoccupanti, che vale la pena di sottolineare ai Suoi lettori in modo che ci sia più conoscenza e consapevolezza tra la popolazione.

Il primo problema è la continua presenza di nuovi casi di infezione da HIV, in particolare tra i giovani ed in particolare da contagio sessuale sia omo che eterosessuale, che determina la persistenza di HIV anche nei Paesi avanzati e anche in Italia. Dai dati dell’ Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 2004-2011 i casi di infezioni sessualmente trasmissibili in Italia sono aumentati del 28% rispetto al decennio precedente. In particolare per quanto riguarda HIV, nel 2014 in Italia sono stati segnalati 3695 nuovi casi.

Questo indica con evidenza la scarsissima educazione sessuale presente in particolare tra i giovani e lo scarso utilizzo di protezioni quali il preservativo. Insomma, si fa scarsa prevenzione e se ne vedono le conseguenze.

Il secondo dato negativo è ancora oggi lo stigma e l’emarginazione sociale che i portatori di HIV potenzialmente subiscono a causa della loro condizione. Giova ricordare in questa sede che il virus HIV non si trasmette con i normali contatti interpersonali della vita quotidiana e che un soggetto sieropositivo ha gli stessi diritti e le stesse capacità di esprimersi e di vivere una vita di relazione felice come gli altri. Tra l’altro la persona sieropositiva che segue la terapia HAART con viremia assente e che ha un rapporto sessuale protetto ha una possibilità di trasmettere HIV praticamente nulla.

Occorre puntualizzare i comportamenti a rischio per contagio da HIV: attività sessuale non protetta e promiscua, utilizzo di droghe per via endovenosa con aghi non sterili, presenza di altre malattie sessualmente trasmissibili attive che determinano evidente lesione della cute o delle mucose.

Siamo in attesa che il ministero della Salute finalizzi il nuovo piano nazionale per la lotta all’AIDS che, dopo trent’anni, speriamo aggiorni in meglio gli strumenti normativi a nostra disposizione per la prevenzione e la lotta alla malattia.

In conclusione, ritengo sia sempre più necessaria l’introduzione di un serio e scientifico programma di educazione sessuale nel nostro sistema scolastico. Un programma che abbatta i troppi pregiudizi presenti ancora sull’argomento. Che insegni il rispetto per ogni identità ed orientamento sessuale, che insegni come funziona il nostro corpo, in particolare il nostro sistema riproduttivo e che evidenzi l’importanza di approciarsi all’atto sessuale consapevolmente, con conoscenza delle malattie che potenzialmente si possono trasmettere e con le protezioni ed i comportamenti corretti che insieme permettono di vivere quel momento bellissimo per ogni individuo in sicurezza e salute.

C’è ancora tanta strada da fare per la lotta all’HIV-AIDS. Sosteniamo la ricerca e facciamo tutti insieme i passi avanti necessari per una società più aperta, senza pregiudizi, più consapevole e più in salute.

Colgo l’occasione per ricordare che il test per HIV è gratuito ed è prenotabile con accesso diretto senza impegnativa medica presso l’Ambulatorio di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza dove è anche offerto counselling pre-test e post-test.


Dottor Davide Bastoni
Responsabile Salute di Arcigay L’Atomo Piacenza

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